questa piccola foto solo per mostrarvi la mia collezione.
Chiunque volesse avere delle informazioni su dove comprare i materiali, le piante o altro, non esiti a scrivere un commento o contattarmi!!!
Il mondo delle piante carnivore a Lecce
sabato 30 giugno 2012
sabato 2 aprile 2011
Lithops - PICCOLI CONSIGLI PER LA COLTIVAZIONE
PICCOLI CONSIGLI PER LA COLTIVAZIONE
La Lithops sono piante succulente molto popolari che è facile trovare sia sui davanzali (illuminati) delle case sia nelle serre specializzate. La loro coltivazione non è difficile se si seguono poche, ma fondamentali, accortezze.
Luce e Aria. Alle Lithops piace avere molta luce, devono essere molto illuminate. Quando c'è poca
luce crescono allungate e perdono la loro somiglianza alle pietre. La disposizione che gli permette di avere pieno sole è buona, ma bisogna fare attenzione alle scottature nei giorni estremamente caldi. Le Lithops dovrebbero stare riparate dai raggi torridi del sole più caldo dell'estate o spruzzate leggermente con un vaporizzatore nei caldi pomeriggi. Se sono troppo esposte al sole perdono leggermente la loro colorazione che tuttavia riapparirà dopo la muta successiva. Quando si spostano queste piantine in un posto più illuminato bisogna farlo gradualmente per evitare le scottature. Inoltre vanno disposte in un posto ventilato, dove non ci sia ristagno di umidità.
Ricapitolando: Ombra leggera in piena estate. Sole pieno nelle altre stagioni a quando le piante sono in salute.
Ricapitolando: Ombra leggera in piena estate. Sole pieno nelle altre stagioni a quando le piante sono in salute.
Terriccio. Molti esperti dibattono, animatamente, su quale tipo di composto usare per le piantine; per cui non c'è un composto standard. Tutti sono però daccordo nell'affermare che alle Lithops piace un terreno ben drenato, che permetta cioè di far defluire velocemente l'acqua. In genere il composto usato per i cactus dovrebbe andar bene. Un buona miscela è sabbia silicea grossolana (ad esempio quella per muratori è molto fine e non va bene) mischiata con un 30-50% di materiale poroso (ad esempio pomice, lava di vulcano, perlite grezza o vermiculite fine) per avere un buon drenaggio. Si può sostituire il terriccio sabbioso con del generico terriccio per rinvasi, ma le lithops stanno meglio (si ha minor rischio di marciume) quando nel terriccio c'è veramente poco (meglio se zero) materiale organico (o humus). Qualche volta si trova indicata la piccola ghiaia di fiume come buon materiale per il drenaggio, ma comunque è inferiore ai materiali porosi citati sopra, anche se esteticamente gradevole.
Concludendo: il terriccio deve essere povero di materia organica. Una volta fatto il composto basta provare a buttarci su un po' d'acqua; se questa defluisce molto velocemente allora può andare bene, senò è necessario aggiungere altro materiale drenante.
Concludendo: il terriccio deve essere povero di materia organica. Una volta fatto il composto basta provare a buttarci su un po' d'acqua; se questa defluisce molto velocemente allora può andare bene, senò è necessario aggiungere altro materiale drenante.
Quindi vasi bassi che permettano di asciugare rapidamente, ma non di seccare completamente.
Innaffiature. Qui vengono commessi gli errori più gravi: le innaffiature scorrette sono la causa più comune della mancanza di successo con queste piantine. Come la maggior parte delle mesemb nane, le lithops hanno un preciso periodo di riposo in cui va data pochissima, o addirittura zero, acqua. Esse crescono nell atarda primavera durante l'inverno le nuove foglie crescono all'interno delle vecchie dalle quali assorbono il nutrimento loro necessario; innaffiare in questo periodo significa interrompere il processo con il rischio di vedere le piantine "rompersi" oppure marcire.
Quando le vecchie foglie sono seccate, e hanno l'aspetto di una pellicola cartacea, e al di sotto si intravede la nuova crescita, si può iniziare a innaffiare con moderazione; in genere questo succede da Aprile sino a Giugno, a seconda della varietà e delle situazioni meteorologiche (con più caldo nascono prima).
Durante la stagione della crescita (Primavera inoltrata ed Estate), prima di innaffiarle si dovrebbe aspettare che il terreno asciughi. Attenzione a non lasciarle a secco altrimenti avvizziscono fino a seccare. Una Lithops, in un terreno ben drenato e nella stagione calda estiva, ha bisogno di essere innaffiata ogni 10/15 giorni. In condizioni meteorologiche più fredde c'è bisogno di meno innaffiature.
Dopo la fioritura, nel primo Autunno, le innaffiature vanno interrotte; quando non appaiono i fiori non va più data acqua quando si vedono apparire le nuove foglie e comunque mai innaffiare oltre Settembre- inizi Ottobre, quando inizia il periodo di riposo di queste succulente nane.
Nella parte più calda dell'estate vanno in stasi vegetativa ed è bene non innaffiarle.
Durante i nostri inverni, in cui l'umidità dell'aria è molto alta, le Lithops possono attraversare l'inverno senza innaffiature.
Quanto detto vale per la stragrande maggioranza delle varietà, ma ci sono delle eccezioni: le specie con grandi finestre (ossia quelle parti quasi trasparenti e translucenti), come la Lithops Optica crescono d'inverno, per cui va innaffiata durante la crescita, facendo attenzione che il terreno sia comunque asciutto prima di darle acqua nuovamente.
In generale bisogna saper cogliere i segnali lanciati dalla pianta, se vuole crescere o se vuole riposare. Ricapitolando: innaffiature ogni 10/15 giorni in primavera dopo il cambio delle foglie ed in autunno prima della fioritura. Nessuna innaffiatura in inverno e nella parte più calda dell'estate. Nessuna annaffiatura durante la muta.
Quando le vecchie foglie sono seccate, e hanno l'aspetto di una pellicola cartacea, e al di sotto si intravede la nuova crescita, si può iniziare a innaffiare con moderazione; in genere questo succede da Aprile sino a Giugno, a seconda della varietà e delle situazioni meteorologiche (con più caldo nascono prima).
Durante la stagione della crescita (Primavera inoltrata ed Estate), prima di innaffiarle si dovrebbe aspettare che il terreno asciughi. Attenzione a non lasciarle a secco altrimenti avvizziscono fino a seccare. Una Lithops, in un terreno ben drenato e nella stagione calda estiva, ha bisogno di essere innaffiata ogni 10/15 giorni. In condizioni meteorologiche più fredde c'è bisogno di meno innaffiature.
Dopo la fioritura, nel primo Autunno, le innaffiature vanno interrotte; quando non appaiono i fiori non va più data acqua quando si vedono apparire le nuove foglie e comunque mai innaffiare oltre Settembre- inizi Ottobre, quando inizia il periodo di riposo di queste succulente nane.
Nella parte più calda dell'estate vanno in stasi vegetativa ed è bene non innaffiarle.
Durante i nostri inverni, in cui l'umidità dell'aria è molto alta, le Lithops possono attraversare l'inverno senza innaffiature.
Quanto detto vale per la stragrande maggioranza delle varietà, ma ci sono delle eccezioni: le specie con grandi finestre (ossia quelle parti quasi trasparenti e translucenti), come la Lithops Optica crescono d'inverno, per cui va innaffiata durante la crescita, facendo attenzione che il terreno sia comunque asciutto prima di darle acqua nuovamente.
In generale bisogna saper cogliere i segnali lanciati dalla pianta, se vuole crescere o se vuole riposare. Ricapitolando: innaffiature ogni 10/15 giorni in primavera dopo il cambio delle foglie ed in autunno prima della fioritura. Nessuna innaffiatura in inverno e nella parte più calda dell'estate. Nessuna annaffiatura durante la muta.
Comunque eccedere nella concimazione può causare molti danni: fa gonfiare le piantine in maniera innaturale, fino ad arrivare a "spaccarle".
Temperatura. Sopra sono riportate le temperature delle zone native, che dovrebbero essere quelle ideali, ma comunque le lithops non temono temperature più calde d'estate, purché si proteggano dal sole torrido che le può bruciare o quantomeno scolorire, e tollerano anche temperature più basse a condizione che si tengano strettamente al secco, senza acqua. Alcune lithops, coperte superiormente, resistono anche al gelo per un tempo breve, anche se, chiaramente, è meglio evitare questa situazione, che può portare al loro marcimento.
Parassiti e Malattie. Tra i parassiti gli unici temibili sono i pidocchi delle radici o cocciniglie (Rispersia Falcifera e simili) che emettono delle secrezioni cerose bianche Per combatterli esistono appositi insetticidi sistemici che si trovano in commercio; comunque quando si effettua il rinvaso è bene mischiare un insetticida apposito al composto, senza esagerare per non "avvelenare" la piantina. Una proposta interessante per combattere questi pidocchi è mettere in fondo al vaso 1 o 2 palline di naftalina. Altri parassiti pericoli sono le lumache, i topi e gli uccelli che possono mangiucchiarle. Un possibile rimedio sono appositi veleni o protezione fisica dei vasi.
Tra le malattie la più pericolosa è il marciume. Le cause di questa infezione possono essere: terreno troppo ricco di humus, temperature troppo alte e molta umidità durante il periodo di riposo, terreno non drenato in cui stagna l'acqua e innaffiature eccessive in genere. Questa malattia va prevenuta, e quando succede non resta che recidere la parte malata.
Tra le malattie la più pericolosa è il marciume. Le cause di questa infezione possono essere: terreno troppo ricco di humus, temperature troppo alte e molta umidità durante il periodo di riposo, terreno non drenato in cui stagna l'acqua e innaffiature eccessive in genere. Questa malattia va prevenuta, e quando succede non resta che recidere la parte malata.
venerdì 4 marzo 2011
Pinguicula x ‘Tina’ come tenerla
1. Descrizione:
Pinguicula x ‘Tina’, o meglio Pinguicula ‘Tina’ nasce come ibrido tra due specie prettamente messicane quali P. agnata eP. zecheri.
Come qualsiasi pinguicola ha una struttura a rosetta, con foglie abbastanza ampie e arrotondate di colorazione verde pallida sino ad un tenue giallino in caso di forte esposizione al sole. In certi casi è possibile osservare una nervatura centrale più chiara.

Durante il periodo invernale si ha la formazione di una rosetta invernale, con foglie più piccole, compatte, presentati una leggera peluria, ma prive di colla.
Solitamente durante il passaggio da una forma all’altra si ha la fioritura, copiosa nel caso di P. ‘Tina’.
I fiori sono solitamente di un colore viola scuro-pallido, varia leggermente a dipendenza delle piante e dall’età del fiore stesso (solitamente più invecchia più “sbianca”) mentre all’interno rimane una colorazione bianca contornata da un bordino viola molto intenso. Ha petali particolarmente larghi, di leggera forma triangolare con base piatta e angoli arrotondati. Si trovano ben separati l’uno dall’altro con una divisione molto profonda.
Lo sperone solitamente segue per buona parte lo stelo del fiore, iniziando ad incurvarsi unicamente a partire dalla metà della sua lunghezza.
2. Coltivazione e moltiplicazione:
2.1 Substrato
Sebbene numerose piante carnivore necessitano di un substrato acido, parte delle pinguicole e la quasi totalità delle pinguicole messicane crescono ottimamente su substrati alcalino calcarei (in natura non crescono difatti in torbiere, ma piuttosto attaccate a pareti rocciose umide).
In coltivazione risulta dunque più indicato l’uso di una miscela minerale che può assumere le conformazioni più variabili possibili (dal solo lapillo, a miscele che comprendono una miriade di ingredienti). Eventualmente è possibile coltivare le stesse su pietre o rocce (ad esempio tufo).
Io personalmente utilizzo una miscela composta da:
- Perlite
- Vermiculite
- Sabbia di fiume lavata
- (eventualmente sassi calcarei spezzati grossolanamente)
Tale substrato è vantaggioso per una serie di motivi:
- Rispecchia in modo più caratteristico l’habitat originario
- Non deve essere sostituito nel corso del tempo
- Permette una miglior formazione delle radici
- Limita gli errori di annaffiatura (e quindi riduce le possibilità di marciumi)
- Limita eventuali parassiti del terreno
- Non contribuisce alla distruzione degli habitat di diverse piante carnivore e non (Torbiere)
2.2 Innaffiature e umidità
Durante il periodo estivo è possibile coltivare le piante in un sottovaso con 1 cm d’acqua costante oppure attendere un giorno da quando si è asciugato prima di raggiungere acqua (il substrato in superficie dovrebbe essere umido ma non fradicio).
Utilizzando un substrato calcareo è possibile ricorrere all’uso della comune acqua di rubinetto, se eventualmente ritenete sia eccessivamente clorata (cosa che comunque dubito) potete lasciarla in un contenitore aperto 24 ore prima di somministrarla. Nessuno vi vieta comunque di utilizzare acqua d’osmosi o bidistillata.
Umidità attorno al 70% ho notato che aiuta a produrre foglie più grandi, ma non è assolutamente necessaria e si ottengono risultati ottimi anche senza.
2.3 Illuminazione
Per le pinguicule non è fattore così importante: potete coltivarle sia in luoghi ombreggiati che esposte per buona parte al sole (calcolate che io parlo comunque da settentrionale, quindi non conosco il sole del sud).
Io consiglio una posizione illuminata che lasci prendere qualche ora di sole diretto alla pianta (magari quello delle prime ore del mattino o della sera).
2.4 Inverno
Durante il periodo invernale riducete progressivamente le innaffiature sino a quando la pianta produce una rosetta di tipo invernale. A questo punto potete dimenticarle, senza piû bagnarle sino ad inizio primavera, dove ricomincerete ad annaffiarle normalmente.
Sebbene le temperature non siano di grande importanza è bene che durante il periodo invernale stiano a temperature più basse (le mie sono sui 15°, una temperatura tra i 5-10 è consigliata).
Evitate le gelate.
2.5 Parassiti
Le pinguicule solitamente non hanno molti problemi di parassiti, i principali danni che si possono riscontrare sono marciume del colletto in caso di innaffiature eccessive (in tal caso non vi sono cure possibili, occorre valutare la possibilità di effettuare alcune talee) oppure foglie mangiate da limacee e/o bruchi in tal caso una rimozione manuale è più che sufficiente (le infestazioni solitamente non sono mai così massicce da dover richiedere l’intervento di prodotti chimici).
2.6 Concimazione
A tal proposito le uniche esperienze che ho potuto seguire sono una forte e ricca concimazione eseguita nel corso dell’estate 2010 che non ha portato alla morte della pianta, ma produzione di minor foglie, più scure e senza produzione di colla.
In caso vogliate dare un qualcosa in più alle vostre piante potete tranquillamente utilizzare mangime per pesci sbriciolato finemente sulle foglie estive (evitate di ricoprire completamente le foglie). Io utilizzo dell’artemia essiccata.
2.7 Riproduzione
la riproduzione per seme non l’ho mai provata, non so quindi giudicare la fertilità o meno della specie.
I metodi più pratici sono due:
- Separare le piante (spesso capita che P. ‘Tina’ come molte altre pinguicule generi altre piante alla base della propria rosetta).
- Talea fogliare.
In questo caso è sufficiente staccare una foglia (si consiglia quelle della rosetta invernale, tuttavia non è obbligatorio) assicurandosi di avere per intero la parte bianca alla base (è sufficiente piegare la foglia verso il basso per staccarla oppure, se non volete svasarle, piegate verso il basso e tenendo la pianta tirate delicatamente verso di voi).
A questo punto potete appoggiare la foglia un po’ dove vi capita e aspettare.
Io solitamente utilizzo delle vaschette trasparenti (es. scatole della ferrero) con un fondo di 1 cm di vermiculite appena umida, appoggio le foglie, e pongo la scatola chiusa in posto luminoso.
Se qualcuno volesse aggiungere qualcosa è liberissimo di farlo, se avete anche qualche immagine che ritenete utile condividere (es. foglie mangiate da bruchi, foglia per talea, e via dicendo) siete liberissimi anzi, vi incoraggio di aggiungere.
Per le domande inereti al tema proporrei di postare qui di seguito in modo da avere un unico post ordinato che racchiuda il tutto senza aver cinquanta discussioni che gira e rigira dicon sempre le stesse cose.
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